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A LINE IN THE SAND, 250 ORGANIZZAZIONI FIRMANO LO STOP ALLA PLASTICA

line sand novamont Ellen MacArthur

 A Line in the Sand è il nuovo hashtag  lanciato per combattere il forte inquinamento dovuto a materiale plastico disperso nell’ambiente e, soprattutto, in mare.

Un Global Commitment per eliminare definitivamente alla fonte la plastica e derivati, causa di profondi danneggiamenti ambientali.

Il 29 ottobre si sono riunite oltre 250 organizzazioni tra cui aziende di spicco a livello internazionale nella produzione di materiali di imballaggio e plastiche in genere, oltre a rivenditori, trasformatori, governi, ONG, istituzioni e oltre 40 istituti accademici.

Tra le varie aziende leader anche l’italiana Novamont, sempre più presente e sensibile all’eco produzioni plastiche e, pertanto, interessata a dire la sua.

Bioeconomia e produzioni di bioplastiche biodegradabili e compostabili sono alla base della politica aziendale che, in questa iniziativa è tra i protagonisti sostenitori.

A Line in the Sand è un impegno mondiale ad assumere delle posizioni certe nei confronti di una produzione più sostenibile e che rispetti le nuove istanze ambientali.

L’evento è stato promosso dalla Ellen MacArthur Foundation e dalla New Plastics Economy – il protocollo firmato da 40 aziende al World Economic Forum di Davos che mira a creare un’economia sostenibile della plastica – , in collaborazione con l’Assemblea per l’ambiente della Nazioni Unite, è stato ufficialmente presentato alla Ocean Conference tenutasi a Bali con l’obiettivo di ridefinire i confini dei materiali plastici per imballaggio. Ellen MacArthur

La fondatrice della Ellen MacArthur Foundation, Ellen MacArthur, ha dichiarato: “Sappiamo che eliminare la plastica dalle nostre spiagge e dagli oceani è vitale, ma ciò non basta ad impedire alla marea di plastica di entrare negli oceani ogni anno. Dobbiamo spostarci a monte verso la fonte del flusso.” Ellen MacArthur

L’Indonesia è tra le nazioni maggiormente inquinate proprio a causa delle lavorazioni di materie plastiche ed è proprio qui che aziende locali stanno investendo nella ricerca di imballaggi alternativi, prodotti da alghe o materiale organico.

Ma se da una parte è indispensabile trovare soluzioni e valide alternative al plastic packaging, dall’altra è necessario porre un freno alla produzione di quanto, ormai, insostenibile per l’ambiente.

Gli obiettivi che ci si è proposti di raggiungere riguardano essenzialmente l’eliminazione di tutti quei materiali plastici inutili o che, difficilmente e con troppo dispendio economico, riescono ad essere smaltiti.

Sette anni per riuscire nell’intento di A Line in the Sand

Il 2025 è infatti l’anno entro cui il 100% degli imballaggi, attualmente in plastica, devono essere trasformati in compostabili o, almeno, riutilizzabili e anche riciclabili.

Lo scopo è quello di arrivare ad una produzione sostenibile di materie plastiche e, soprattutto, derivate da materiali riciclati.

I risultati delle singole aziende verranno monitorati ogni anno e mezzo, in modo da verificare che il processo iniziato con entusiasmo mantenga le premesse per raggiungere, con orgoglio, l’ambito risultato finale.

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