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CANTIERE 2 / HARBOUR. L’OPERA di Roberto CODA ZABETTA

ROBERTO CODA ZABETTA

Cantiere 2 / Harbour

Opening 2 Giugno 2018
Porto di Portivy St. Pierre Quiberon

Interventi di:
Patrizia Torricelli, Martina Sabbadini, Massimo Torrigiani,
Hervé Bourdon, Tiziano Vudafieri
 


 press release

 Cantiere 2 / Harbour, secondo appuntamento del progetto Cantieri di Roberto Coda Zabetta, sarà presentato a Portivy nella penisola di Quiberon il prossimo 2 giugno 2018.

Cantiere 2 / Harbour vedrà Roberto Coda Zabetta trasferire il suo studio in Bretagna per lavorare alla realizzazione di un grande opera pubblica sul molo di Portivy, progetto alla cui base vi è un rapporto di reciproca implicazione tra pittura, architettura, ambiente naturale e paesaggio.

Da millenni la forza dei venti, le maree, l’erosione del mare, il sole, le piogge, la salsedine scolpiscono le coste della penisola di Quiberon che si allunga nell’Oceano Atlantico. Chilometri di costa che passano sotto la denominazione di Côte Sauvagesono protetti dall’ente Conservatoire du Littoral.

La forza, l’intensità e la purezza di questa natura sono elementi primigeni che hanno ispirato l’artista e sono anche i temi sui quali si è incentrata la sua ricerca da oltre un anno.

Roberto Coda Zabetta è profondamente consapevole dell’impossibilità di arginare questi elementi incontrollabili e, per questo, il lavoro si creerà solo mettendo in relazione la sua cifra linguistica con le imprevedibilità delle forze naturali.

La materia pittorica è sempre stata al centro del lavoro dell’artista che da oltre due anni ha sperimentato nelle sue opere l’utilizzo di materiali naturali.

Oltre ai pigmenti naturali si è confrontato con materiali organici quali la “merda” in collaborazione con il Museo della Merda (Castelbosco, PC) e con l’utilizzo di polvere di ostriche della Bretagna in collaborazione con Dennery Cyril.

Il progetto di Roberto Coda Zabetta

Il progetto a Portivy prevede la realizzazione di un grande intervento nel porto della cittadina.
Tutta l’area verrà preparata con un accurato lavaggio utilizzando un’idropulitrice, in seguito saranno stesi sulla diga, sui muri e sulla calata del porto strati di “materia” utilizzando pigmenti naturali, polvere di ostriche, colla di pesce e pittura Airlite, azienda leader nella produzione di vernici e pigmenti a impatto zero.
Alla prima stesura di materia bianca verranno applicati ulteriori strati pittorici con l’utilizzo di un compressore ad aria.
Il mare e il tempo dissolveranno questa grande opera effimera animata dall’energia della natura e realizzata nel totale rispetto dell’ambiente che l’ha accolta.

La struttura del Cantiere 2 / Harbour

L’intera struttura e la cifra astrattiva con cui  l’artista ha scelto di esprimersi, fornendo un luogo d’incontro tra sensi e intelletto, mira a produrre un rimando senza soluzioni di continuità tra percezione e pensiero consentendo così l’accesso a una dimensione altra da quella governata dalla semplice prospettiva con cui solitamente s’identifica il nostro rapporto con la realtà esterna.

Il processo del lavoro, come per Cantiere 1/ Terrazzo sarà documentato dal fotografo e filmaker Henrik Blomqvist, la produzione del film in collaborazione con Black Mamba, il progetto grafico di Matteo Blandford. Il film prevede contributi di, Patrizia Torricelli (DAIS – Dipartimento Scienze Ambientali Università Ca’ Foscari, Venezia), Martina Sabbadini (Curatrice e ricercatrice indipendente; manager della comunicazione e della collezione Kadist), Massimo Torrigiani (Boiler Studio e Fantom Editions), Hervé Bourdon (Fondatore, proprietario e chef del Petit Hotel du Grand Large, Portivy) e Tiziano Vudafieri (Vudafieri Saverino Partners).

Cantiere 1 / Terrazzo a Napoli aveva visto la realizzazione di un grande dipinto sull’intera superficie del tetto del complesso della SS. Trinità delle Monache, poi ex Ospedale Militare di Napoli. Il progetto promosso dal Comune di Napoli- Assessorato alla Cultura e Turismo è stato realizzato in collaborazione con l’Assessorato all’Urbanistica e ai Beni Comuni, URBACT e il Matronato della Fondazione Donnaregina – MADRE, Napoli.

Roberto Coda Zabetta (1975, Biella, IT) è stato assistente presso lo Studio di Aldo Mondino dal 1995 al 2005. Vive e lavora a Milano.
Le sue opere sono state esposte in gallerie e musei nazionali e internazionali come: Museo d’ Arte Contemporanea Villa Croce, Genova (2016); Fondazione Mudima, Milano (2015); Palazzo Barbarigo Minotto, Venezia (2015); The Shit Museum, Piacenza (2015); MAC-Museo d’Arte Contemporanea, Brasile (2012); Museo di Palazzo Reale, Milano (2010); Museo della Certosa, Capri (2011); Indonesian National Gallery, Jakarta (2009); The David Roberts Foundation, London (2008).
Ha collaborato su progetti esterni per il Museo Madre di Napoli, Il Teatro India di Roma, MAXXI- Museo nazionale delle arti del XII secolo Roma e la Triennale di Milano.
L’artista è stato selezionato per vari premi, fra cui quelli promossi dalla Fondazione Michelangelo Pistoletto, Biella; Dena Foundation, Parigi; BP Portrait Award National Portrait Gallery, Londra; XIV Quadriennale, Roma; P.S.I. Italian Bureau, New York; American Academy, Roma.

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