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I TAROCCHI IN UN GIARDINO

giardino dei tarocchi capalbio

A Capalbio, vicino Pescia Fiorentina sorge, in località Garavicchio, uno dei Giardini più singolari ed unici che si possa trovare in Italia.

Fortemente voluto dall’artista franco-statunitense Niki de Saint Phalle, il Giardino dei Tarocchi, con le sue incredibili sculture, rappresenta la conclusione del percorso artistico, iniziato negli anni Sessanta dalla de Saint Phalle, che approdò alla dilatazione delle figure, in particolare quelle femminili, tra cui la più nota è certamente quella terminata nel 1973 e ospitata nel bosco di Milly-la-Foret in Francia.

Il Giardino dei Tarocchi si erge su circa 2 ettari di terreno che, nel tempo, l’artista ha acquisito e nel quale ha creato una sorta di città popolata da sculture che raffigurano gli arcani maggiori dei tarocchi.

Il Giardino si snoda sul clivio boscoso di una collina maremmana in cui spiccano, lungo un percorso artistico, statue e “case”  dai vivacissimi colori, avvistabili già dalla strada.

Il Padiglione di ingresso, costituito da un doppio muro di cinta, in tufo, progettato dall’architetto Mario Botta, in collaborazione con l’architetto grossetano Roberto Aureli, costituisce l’ingresso al Giardino.thumnail

In questa soluzione l’architetto svizzero ha cercato di trasporre in architettura l’intento di Niki de Saint Phalle, quello, cioè, di separare nettamente il Giardino dal resto del mondo.

E così è; varcare il grande muraglione ci permette di distaccarci dalla realtà per tuffarci in un mondo fantastico, dilatato e incantato.

Lo spessore del muro di cinta ospita i servizi tipici di un’accoglienza museale tra cui la biglietteria ed un piccolo negozio.

La sensazione che si ha entrando è unica.

Oltrepassata la soglia di ingresso una stradina sterrata conduce sino alla piazza centrale, una sorta di anfiteatro, caratterizzato da una vasca circolare sormontata da sculture giganti raffiguranti la Papessa e il Mago.

Questi sono i due arcani maggiori dei Tarocchi e simboleggiano l’inizio del percorso “catartico” che si affronterà percorrendo il Giardino.

La struttura del Parco

Altre sculture costellano la piazza centrale, adornata anche dalle splendide panchine sinuose di Pierre Marie Le Jeune.

Sin dai primi passi, il visitatore è sopraffatto da stupore e fascino, sbigottimento e inquietudine, iniziando a cogliere, così, la vera essenza di questo luogo magico e unico.

Molte le reminiscenze di ville e parchi laziali famosi e ben noti alla de Saint Phalle.

La gigantesca bocca aperta della Papessa rimanda infatti all’Orco di Bomarzo, nel viterbese, mentre gli innumerevoli giochi d’acqua della Ruota della Fortuna, scultura semovente realizzata dall’artista Jean Tinguely, ricordano, inequivocabilmente, la splendida Villa d’Este a Tivoli.

Nodo centrale del sistema “viario” del Giardino è indubbiamente la piazza da cui si dipartono strade e stradelle a creare itinerari più o meno sconnessi, che seguono l’andamento del terreno.

Percorsi in salita, altri in discesa lungo il costone collinare.

Strade ricoperte di cemento che Niki de Saint Phalle fa parlare attraverso appunti, indelebili, di alcuni suoi pensieri, alcune memorie, disegni, messaggi di speranza e citazioni.

Da qui la chiara percezione di percorrere un cammino non soltanto fisico ma anche spirituale e introspettivo.thumnail (1)

Questo è fondamentalmente l’intento dell’artista, condurre per mano il visitatore in un viaggio di riflessione oltre che di bellezza e gioco.

L’esagerata dilatazione delle figure e i colori vivaci ispirati a Matisse, a Picasso, a Kandinskij, a Klee, contribuiscono ad avvolgere il visitatore in un percorso “iniziatico” volto a coinvolgere, nei sensi, lo spettatore che osserva stupito.

Risalendo ad esempio il costone destro, si arriva sotto la scultura del Sole, un grande uccello del fuoco, accovacciato su di un arco azzurro.

Dopo il Sole si apre la vista sul Papa, una scultura realizzata con tecnica filiforme, denominata skinny, e realizzata sempre da Tinguely.

Parque Guell

L’ispirazione che ha mosso Niki de Saint Phalle a realizzare, sin dal 1979, il parco è senza dubbio la visita al Parque Guell di Antoni Gaudí a Barcellona e del Giardino di Bomarzo.

L’artista vede nel Giardino un luogo magico, dove riporre i propri sogni, le proprie aspettative, dove guardare dentro se stessi e dove sentirsi al sicuro.

L’artista decide di costruire il Giardino dei Tarocci nel 1979 dedicandosi alla realizzazione di 20 statue imponenti, realizzate in acciaio e cemento ricoperto da ceramica coloratissima, pezzi di vetro o specchio.

Lavora al progetto per più di 17 anni, affiancata da operai specializzati e da un team di artisti contemporanei famosi come Rico Weber, Sepp Imhof, Paul Wiedmer, Dok van Winsen, Pierre Marie ed Isabelle Le Jeune, Alan Davie, Marino Karella.

Menzione a parte merita il contributo apportato dal marito, l’artista Jean Tinguely che ha creato le strutture metalliche delle enormi sculture e ne ha integrate alcune con le sue famose mécaniques, ossia degli assemblaggi semoventhumnail (2)ti di elementi meccanici in ferro, così come nel famoso esempio parigino della Fontaine Stravinsky, al Centre Georges-Pompidou.

Alla grande opera hanno collaborato anche Ricardo Menon, amico ed assistente personale di Niki de Saint Phalle e Venera Finocchiaro, ceramista romana.

Le sculture

Alcune sculture più piccole del Giardino, quali la Temperanza, gli Innamorati, il Mondo, l’Eremita, l’Oracolo, la Morte e l’Appeso, sono state  realizzate in poliestere da Robert, Gerard e Olivier Haligon.

Il completamento del Giardino è stato condotto in poco meno di venti anni per una spesa di 10 miliardi di lire, per autofinanziamento dell’artista.

Al fine di preservare e mantenere la grande opera, nel 1997 Niki de Saint Phalle ha costituito la Fondazione “Il Giardino dei Tarocchi” e nel 1998 questo luogo incantato è stato finalmente aperto al pubblico.

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Fondazione Il Giardino dei Tarocchi – Località Garavicchio – Capalbio (GR)

Tel. +39-0564-895122

Fax +39-564-895700

http://www.nikidesaintphalle.com E-mail tarotg@tin.it

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