Portrait Petrit Halilaj – Photo Archives Kamel Mennour
L’artista di origine kosovara è il vincitore per il settore arte della seconda edizione del Mario Merz Prize, il premio biennale internazionale per l’arte e la musica promosso dalla Fondazione Merz.
L’esposizione costituisce il punto culminante e conclusivo di un articolato progetto espositivo, a cura di Leonardo Bigazzi, declinato in tre diverse tappe in altrettante località significative per la vita e la carriera dell’artista.
Le date successive
Successivamente, da venerdì 20 luglio a domenica 19 agosto 2018, sarà presentato un allestimento al Zentrum Paul Klee di Berna (Svizzera), a sottolineare il profondo legame di intenti tra la nazione svizzera e l’Italia nella mission del Mario Merz Prize.
Infine, il progetto giungerà a Torino, restituito nelle forme di una importante e inedita esposizione conclusiva il cui cuore sarà costituito da un intervento site – specific.
Il lavoro di Petrit Halilaj si interroga su come si costituisca la memoria collettiva di una comunità e mira ad agire come una scintilla.
In lingua albanese il termine Shkrepëtima significa infatti “lampo” e, per estensione, indica un pensiero improvviso e intenso che funziona come attivatore di coscienze, ma richiama anche l’eredità storica dell’omonima rivista culturale multietnica pubblicata a Runik tra gli anni Settanta e Ottanta.
Fondazione Merz e Zentrum Paul Klee
Le due esposizioni al Zentrum Paul Klee e alla Fondazione Merz presenteranno 40 nuovi disegnielaborati dall’artista esaminando i resti documentaristici rinvenuti presso il Centro Culturale di epoca sovietica a Runik.
La serie funzionerà come uno storyboard concettuale della performance e allo stesso tempo come una trama visiva della storia culturale del villaggio.
Il percorso espositivo al Zentrum Paul Klee sarà completato dall’installazione video a due canali The city roofs were so near that even a sleepwalking cat could pass over Runik without ever touching the ground (già presentata nell’ambito di RU al New Musuem nel 2017), che registra le voci aneddotiche di una popolazione la cui storia esiste solo nei racconti tramandati oralmente.
La mostra presso la Fondazione Merz rappresenterà il vero e proprio compimento dell’intero progetto Shkrepëtima: la restituzione finale e complessiva di questa discesa lungo le radici identitarie di una civiltà.
Attraverso un nuovo intervento site – specific che includerà video, suoni, sculture, disegni e installazioni realizzati durante l’esperienza performativa a Runik e permetterà al pubblico di penetrare a sua volta nell’intricato sistema dialogico intessuto dall’artista, nel tentativo di ricostruire un legame tra il territorio e i suoi abitanti.
La mostra sarà corredata dalla pubblicazione di un catalogo edito da hopefulmonster contenente la documentazione dell’intero progetto.