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L’AUTUNNO CON GLI OCCHI DI ARCIMBOLDO

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Arcimboldo: un riccio di castagna come labbra, un melograno al mento, la rossa mela fa da guancia ed un fungo l’orecchio da cui pende, maturo, un fico viola.

E poi ancora uva tra i capelli adorni di tralci. E per cappello una grossa zucca.

E’ questa l’immagine dell’Autunno di Arcimboldo che, se ammirata a dovuta distanza, mostra un uomo ricoperto da una forte armatura ma, non appena ci si avvicina, fa scorgere tutti i più piccoli particolari.

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L’Autunno (1572) Giuseppe Arcimboldo – Olio su tela, 91,4×70,2 cm – Denver, Denver Art Museum, lascito di John Hardy Jones _ph malijnda

Sono i frutti della natura, di quella terra coltivata con sudore e passione.

Quella natura che lo ha reso celebre in tutto il mondo e che, con sapiente maestria, compone i corpi dei suoi personaggi fantastici.

Ecco così l’Autunno che appartiene al ciclo delle Quattro Stagioni e che offre, in un sol colpo, l’immagine più bella di quanto una stagione – mediterranea, aggiungiamo noi – riesca a dare.

Ci sembrava doveroso iniziare una nuova stagione con l’opera di un grande artista italiano, celebrato a Roma, con una splendida mostra.

L’esposizione si è conclusa, tra il plauso generale, lo scorso 11 febbraio a Palazzo Barberini.

E per quanti si fossero persi la mostra, proprio in occasione dell’inizio autunno, ci piace ripercorrere insieme qualche frammento di una visita che abbiamo tanto amato, sperando di incuriosirvi.

Sylvia Ferino-Pagden, una delle maggiori studiose di Arcimboldo, e già Direttore della Pinacoteca del Kunsthistorisches Museum di Vienna, ha curato la mostra.

Per la prima volta a Roma sono stati esposti circa venti capolavori autografi, disegni e dipinti, di Giuseppe Arcimboldi (Milano, 1526-1593) conosciuto con lo pseudonimo di Arcimboldo.

Le opere esposte sono state condotte nella Capitale da numerose città, italiane ed internazionali, e nei cui musei stabilmente “risiedono”.

Basilea, Denver, Houston, Monaco di Baviera, Stoccolma, Vienna, Como, Cremona, Firenze, Genova, Milano i luoghi in cui, magari durante qualche week end, potremmo comunque ammimarle di persona. Anche perchè i prestiti da parte delle Gallerie sono complessi da ottenere, e questo è stata forse la chiave del grande successo che ha riscosso la mostra.

Si tratta dei capolavori più noti di Arcimboldo – dalle Stagioni agli Elementi, dal Giurista a Priapo (Ortolano riflesso nello specchio) al Cuoco.

Ma anche i ritratti, l’arazzo di Como e le vetrate del Duomo di Milano.

E ancora i suoi pregiati disegni acquerellati per le feste di corte, oltre a una serie di oggetti delle famosissime Wunderkammern imperiali, per arrivare ai disegni di erbari, frutta, animali.

Giuseppe Arcimboldo

Formatosi alla bottega del padre, nell’ambito dei seguaci di Leonardo da Vinci, Arcimboldo, pittore, ma anche poeta e filosofo, è celebre soprattutto per le famose “teste composte” di frutti e fiori.

Grazie alle sue “bizzarrie” e alle sue “pitture ridicole”, è stato uno dei protagonisti della cultura manierista internazionale, esponente di una corrente artistica, scientifica, filosofica e umanistica lontana da quella classicheggiante della Roma dell’epoca.

Apprezzato dalle corti asburgiche di Vienna e Praga, al servizio di Ferdinando I, Massimiliano II e Rodolfo II, Arcimboldo guadagnò persino il titolo nobiliare, rarissimo per gli artisti, di “Conte Palatino”.

Riscoperto negli anni Trenta del Novecento, l’artista venne considerato il più importante antesignano del Dadaismo e del Surrealismo. (dal comunicato stampa)

 

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