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FUTURUINS, DALL’ANTICHITA’ ALL’ARTE CONTEMPORANEA

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FUTURUINS

Venezia, Palazzo Fortuny 

19 dicembre 2018 – 24 marzo 2019 

Oltre 250 opere di cui 80 dal Museo Statale Ermitage, dall’antichità all’arte contemporanea, per riflettere sul senso e sui significati delle rovine; sulla costruzione del futuro, attraverso la consapevolezza dell’imprescindibile legame con il passato.

FUTURUINS FORTUNY VENEZIA MOLINARI

Dalla collaborazione tra la Città di Venezia, la Fondazione Musei Civici di Venezia e il Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo – rafforzata dagli accordi siglati negli scorsi anni e dalla presenza di “Ermitage Italia” nella città lagunare – è nato su proposta di Dimitri Ozerkov il progetto espositivo “Futuruins” che, dal 19 dicembre 2018 al 24 marzo 2019 a Palazzo Fortuny.

La mostra riflette sul tema della rovina: allegoria dell’inesorabile scorrere del tempo, sempre incerta e mutevole, contesa com’è tra passato e futuro, vita e morte, distruzione e creazione, tra Natura e Cultura.

 L’estetica delle rovine è elemento cruciale nella storia della civiltà occidentale. La rovina simboleggia la presenza del passato ma contemporaneamente contiene in sé la potenzialità del frammento: un lacerto che ci arriva dall’antichità, ricoperto dalla patina del tempo, per i suoi risvolti culturali e simbolici diventa anche valida “pietra di fondazione” per costruire il futuro. Essa viene dal passato, conferisce ricchezza di senso al presente, dona consapevolezza ai progetti futuri.

Le oltre 250 opere provenienti dai Musei Civici veneziani e dal Museo Statale Ermitage, oltre che da collezioni pubbliche e private, italiane e internazionali, illustrano i molteplici significati assunti dalle rovine attraverso i secoli: dai resti architettonici e scultorei delle civiltà greco–romana, egizia, assiro-babilonese e siriana, all’arte contemporanea che guarda alle rovine fisiche e morali della società attuale. Rovine delle sue architetture, di città e periferie, ma anche di uomini e idee, frutto del tempo, dell’incuria, della degenerazione, di tragedie naturali o politiche come guerre e terrorismo.

Tra i due poli temporali della mostra, ci sono capolavori trasversali – dipinti, sculture, arti applicate, opere grafiche – a suggerire i grandi temi trattati. Numerosi sono stati selezionati nelle raccolte veneziane – dalle meduse di Arturo Martini e Franz von Stuck ai ruderi notturni e infuocati di Ippolito Caffi e alle ceramiche urbinati con i temi della genesi e della morte – altri provengono da musei e collezioni private e più di 80 sono le opere prestate dal Museo Statale Ermitage, con lavori, tra gli altri, di Albrecht Dürer, Monsù Desiderio, Giovanni Paolo Pannini, Jacopo e Francesco Bassano, Parmigianino, Veronese, Jacob van Oost il Vecchio, Arturo Nathan, Alessandro Algardi.

La necessità di lavorare sui concetti evocati delle rovine è evidente anche alla luce della storia recente, caratterizzata da guerre in cui spicca l’aspetto iconico e simbolico (il crollo delle Torri gemelle, la devastazione del museo di Baghdad, Palmira…) e dai sempre più estremi cambiamenti climatici del nostro pianeta.

Mostra promossa con Museo Statale Ermitage, San Pietroburgo In collaborazione con Ermitage Italia A cura di Daniela Ferretti, Dimitri Ozerkov con Dario Dalla Lana

http://fortuny.visitmuve.it/it/mostre/mostre-in-corso/futuruins/2018/02/17637/mostra-2/