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Hot Dogs – Cani nell’arte

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Hot Dogs – Cani nell’arte

TEATRINO DI PALAZZO GRASSI
San Marco 3260 / Accanto a Palazzo Grassi – Venezia

12 dicembre, ore 18.00

Martin Bethenod, direttore di Palazzo Grassi – Punta della Dogana, incontra il filosofo Mark Alizart, autore di Chiens(2017, Presses Universitaires de France), per un racconto inedito sulla presenza dei cani nella storia dell’arte.

Incontro in francese con traduzione simultanea in italiano.
Ingresso libero fino a esaurimento posti.
È gradita la presenza dei cani.
Buffet a tema e cocktail bar a cura di chefyouwant.
Una zona dedicata ai cani sarà allestita nel foyer del Teatrino con un piccolo buffet su ciotole.


Dettaglio di Vittore Carpaccio, La visione di Sant’Agostino
(1502-1507), Scuola Dalmata SS. Giorgio e Trifone, Venezia

Il Teatrino di Palazzo Grassi, mercoledì 12 dicembre alle ore 18.00, presenta una speciale conversazione tra Martin Bethenod, direttore di Palazzo Grassi – Punta della Dogana, e Mark Alizart, filosofo, scrittore, curatore e autore di Chiens(2017, Presses Universitaires de France).

L’incontro offrirà agli spettatori del Teatrino una ricognizione sulla presenza dei cani nella storia dell’arte, dalla loro comparsa nelle prime rappresentazioni rupestri, fino alle più recenti opere di artisti contemporanei. L’incontro ha avuto una prima edizione al Palais de Tokyo, Parigi, a maggio 2018.

Non solo migliore amico dell’uomo, fedele compagno degli esploratori e guardiano del focolare domestico; il cane, nell’analisi contenuta nel volume Chiens, è ben più di questo: Mark Alizart fa di questo animale una sorta di maître à penser, detentore di una gioia di vivere universale e forse custode di verità sulla nostra umanità.  La riflessione di Alizart nasce da un’esperienza personale e mira ad approfondire le ragioni per cui il legame tra l’uomo e il cane sia così profondamente radicato.

All’interno di Chiens, il filosofo francese ripercorre il ruolo che i cani hanno rivestito nella cultura, dai tempi più remoti ai giorni nostri, e dimostra come già nell’antichità i cani fossero rappresentati in quanto interlocutori privilegiati tra il mondo animale e il mondo umano.

Alizart propone una serie di esempi eruditi a partire dalle rappresentazioni divine antropomorfe, come la divinità egizia Anubi (XIII secolo a.C.), per passare alla presenza dei cani all’interno dei racconti biblici, fino ad arrivare alla simbologia offerta dagli studi di Sigmund Freud.

L’excursus storico diventa così l’occasione per ribaltare i luoghi comuni che ruotano intorno al “migliore amico dell’uomo” e per raccontare agli spettatori la storia di una coevoluzione attraverso uno sguardo originale.

La conversazione con Martin Bethenod restituisce agli spettatori un compendio sulla rappresentazione dei cani nell’arte: dalle pitture rupestri risalenti all’8000 a.C. rinvenute in Libia, per poi osservare la rappresentazione della costellazione dei Cani da Caccia offerta dalla carta del cielo elaborata dall’astronomo polacco Johannes Havelius nel 1687 e soffermandosi inoltre anche sulla raffigurazione cinocefala di San Cristoforo (XVII secolo). L’analisi si muove non solo lungo un percorso cronologico, ma valicando anche diversi confini geografici: dalle incisioni di Dürer, al cane sulla scena della Cena a casa di Levi (1573) dipinta dal Veronese, sino al mastino spagnolo ritratto in Las Meninas (1656) da Velázquez. La riflessione approda così ai giorni nostri con le foto in bianco e nero scattate da Peter Hujar (1981), il Poodle di Jeff Koons (1991) e il podenco canario di Pierre Huyghe (2012).

Tutti gli appuntamenti del Teatrino sono comunicati e costantemente aggiornati sul sito di Palazzo Grassi alla voce “calendario”: www.palazzograssi.it.

BIOGRAFIA

Mark Alizart è uno scrittore, filosofo e curatore, nato a Londra nel 1975. Ha preso parte al movimento della pop filosofia che associa la filosofia a riflessioni sulla cultura pop e sulle nuove tecnologie.
Dal 2000 al 2006 è stato a capo della programmazione delle Revues Parlées del Centre Pompidou. Nel 2005 ha curato il primo dei tre volumi di Fresh Théorie con Christophe Kihm per Éditions Léo Scheer. L’anno successivo è stato nominato direttore aggiunto del Palais de Tokyo insieme con Marc-Olivier Wahl. Nel 2008 ha diretto il catalogo dell’esposizione Traces du Sacré presentato da Jean de Loisy al Centre Pompidou. Nel 2010 è stato scelto come consigliere di Frédéric Mitterrand, allora Ministro della Cultura e dalla Comunicazione. Dal 2016 al 2017 è stato commissario della “Nuit des Idées” dell’Institut Français insieme a Mathieu Potte-Bonneville.

Martin Bethenod è Direttore generale delegato di Palazzo Grassi – Punta della Dogana (Collection Pinault – Venezia) dal 1° giugno 2010 e del futuro museo la Bourse de Commerce (Collection Pinault – Paris). Ha precedentemente ricoperto numerose funzioni in ambito culturale e dell’arte contemporanea.
Inizia la sua carriera come Responsabile di missione presso la Direzione degli Affari culturali del Comune di Parigi (1993-1996), poi è Capo di Gabinetto del Presidente del Centre Pompidou (1996-1998) e Direttore di Éditions du Centre Pompidou (1998-2001). In seguito entra nel Ministero della Cultura e della Comunicazione con l’incarico di Delegato alle arti plastiche (2003-2004). Dal 2004 al 2010 è commissario generale della FIAC (Foire internationale d’art contemporain de Paris).
Martin Bethenod è anche Presidente del Crédac (Ivry) ed è stato Presidente del Comité culture de la Fondation de France (2013-2017). Ha curato due esposizioni della Pinault Collection: “Art Lovers” al Grimaldi Forum di Monaco nel 2014 e “Dancing With Myself”, presentata al Folkwang Museum di Essen nel 2016 e a Punta della Dogana nel 2018.

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