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KERAMIKOS. LA RASSEGNA di SCULTURA CERAMICA che OMAGGIA LA STORIA per CAPIRE il PRESENTE

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Keramikos torna a Viterbo dal 6 ottobre, al Centro Culturale di Valle Faul, in un’edizione rinnovata, animata dalle opere di interessanti artisti ceramisti contemporanei, impegnati in arditi “percorsi attuali sulla scia di quattro omaggi storici”.

Questa 8° edizione della Rassegna  vuole riappropriarsi della storia dell’arte ceramica, affidandone all’opera di 4 grandi Maestri il difficile compito.

Centovalli keramikos viterbo

Giorgio Centovalli

Colore, impronta, costruzione fantastica, affioramento, sono gli ambiti di ricerca in cui si muove l‘idea del percorso espositivo.

Lo storico e critico d’arte Lorenzo Fiorucci, che ha curato la Rassegna di Scultura Ceramica, ha infatti cercato di recuperare quei punti di contatto con un passato che, necessariamente, va analizzato e conosciuto.

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Evandro Gabrieli

L‘esigenza è quella di stabilire un dialogo attraverso l’omaggio a veri e propri emblemi.

Quattro scultori che hanno segnato la produzione artistica del nostro paese: Giacinto Cerone, Giuseppe Pirozzi, Amilcare Rambelli e Franco Summa.

monachesi

Riccardo Monachesi

Nell’ambito della loro ricerca sono ricorsi alla ceramica per esprimere parte di un’esigenza dialettica ed espressiva che, in altro modo, non avrebbero potuto rappresentare.

Partendo da queste premesse, con un grande sforzo intellettuale, Fiorucci è riuscito a stabilire un centro di connessione tra i  quattro maestri e 19 artisti presenti a Keramikos 2018.

L’obiettivo è chiaro. Ritrovare l’abitudine a comprendere l’opera d’arte; cosa testimonia e, soprattutto, cosa rappresenta per individuare il nesso che riesce a rendere, dialoganti, artisti apparentemente distanti tra loro.

Il percorso espositivo: i quattro omaggi storici

Simbolicamente, alla grande scala elicoidale,che collega il piano terra al primo, è affidato il compito di stabilire il contatto tra passato e contemporaneo.

Il percorso espositivo, infatti, trova nel primo piano della struttura post-industriale dell’Ex Mattatoio, le opere omaggiate.

Qui i Maestri e la loro arte guardano, da un punto di vista privilegiato, le produzioni contemporanee poste al piano sottostante.

In esse ritroviamo il senso della mostra: riuscire a recuperare una sorta di “catalogazione di linguaggio” da cui, ultimamente, ci si è forse troppo allontanati.

L’arte – come ci spiega Fiorucci – si esprime proprio attraverso un linguaggio che si consuma grazie al colore, alla materia, alla composizione, alla narrazione e ad altro ancora”.

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Giorgio Crisafi

E’ proprio da questo assunto che occorre muovere i passi: ripartire dalla comprensione del linguaggio per carpire il senso dell’arte.

Ecco allora  la materia “aggredita” dalle mani di Cerone o i tentativi narrativi di Pirozzi.

Ma anche l’affioramento materico di Rambelli e il colore di Summa, quale elemento di partecipazione sociale.

Elementi che indirizzano il visitatore ad afferrare l’intimo senso dell’arte ceramica contemporanea portata in mostra.

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Sabine Pagliarulo

Dove stiamo andando?

E’ questa la domanda a cui Lorenzo Fiorucci sente l’esigenza di dare una risposta.

E Keramikos lo aiuta nel suo intento.

L’esposizione in questo modo agevola i visitatori, ma anche gli artisti stessi, a ripercorrere le strade dei Maestri del passato per meglio comprendere la direzione attuale dell’arte.

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Keramikos 2018

La mostra, infatti, vuole recuperare, in una prospettiva storica, il linguaggio contemporaneo dell’arte ceramica.

E lo fa anche omaggiando, a 50 anni di distanza dall’ultima edizione, la mostra a cura di Enrico Crispolti Alternative Attuali” .

Lo fa ripercorrendo i tratti della celebre iniziativa abruzzese attraverso la decodificazione del linguaggio dell’informale, giustapponendo canoni di lettura.

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Alfonso Talotta

Come in “Alternative Attuali”, in cui dall’omaggio ad “artisti storici” si passava allo studio dei contemporanei, così le 4 sezioni di Keramikos 2018 ripercorrono quegli stessi tracciati.

Con la particolarità che, i partecipanti contemporanei di allora, Cerone, Rambelli, Pirozzi e Summa, diventano, in Kerakimos, gli “artisti storici” da omaggiare.

Le opere contemporanee, inserite così in una sezione specifica, vengono lette con profonda consapevolezza e si raccontano, recuperando tratti di storia.

Soffermandoci su alcune opere presenti in Mostra ecco allora spiegata la ricerca di Alfonso Talotta che, come Cerone, ha viva e forte l’esigenza di lasciare un’impronta, un segno evidente e riconoscibile sulla materia.

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Massimo Luccioli

Fatta di gestualità aerea è, invece, l’opera di Massimo Luccioli, una scultura dalla quale emergono volti che ricordano

l’affioramento tanto cercato da Amilcare Rambelli.

Testimonianza del bisogno di approdare, come spiega Lorenzo Fiorucci, ad “un meccanismo organico che prenda vita dalla zolla, stabilendo un attento rapporto tra artificio e materia”.

Anche l’attività artistica di Angela Palmarelli ben si presta a questa dinamica. L‘opera deve saper, innanzi tutto, evocare.

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Angela Palmarelli

Dalla sua materia, infatti, emergono i segni; si legge una storia che, prepotentemente, affiora nella strenua ripetizione del segno: il grafema originale.

Si passa poi alla grande forza del colore di Summa che ritroviamo nell’approccio cromatico di Luca Baldelli, in cui l’opera assume prepotentemente visibilità, vivificando la materia ceramica.

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Luca Baldelli

Lo spettatore è coinvolto emotivamente, così come nell’opera di Antonio Taschini, in cui il colore si fa più concettuale, trasformandosi in linguaggio di mondi lontani.

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Antonio Taschini

Infine la narrazione di Giuseppe Pirozzi, che riporta un mondo visionario ed unico.

L’esigenza di rivelare è forte e impressa, ad esempio, nella produzione artistica di Mirna Manni.

La sua opera, infatti, racconta sempre una storia: pura narrazione.

L’installazione esposta a Keramikos 2018, collocata all’esterno, nel cortile della struttura, conduce alle radici, intese come provenienza, derivazione, per cui ognuno di noi ha una storia diversa da raccontare.

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Mirna Manni

E’ il colore neutro dei volumi che ci proietta in una dimensione fantastica ma ben riconoscibile, da cui filamenti metallici fuoriescono, stringono, abbracciano, separano.

Opera posta a conclusione di un percorso espositivo toccante, che sottolinea la necessaria esistenza della storia, da conoscere per poi, eventualmente, superare.

GALLERY


info:

Ex Mattatoio – Centro Culturale di Valle Faul

Via Faul 22 – 26 | Viterbo

6 ottobre >  4 novembre 2018
orari:  martedì > venerdì 15.30-19.00

sabato e domenica 10.00-13.00 e 15.30-19.00
ingresso libero
contatti: magazzinidellalupa@libero.it

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vedi anche il Comunicato Stampa