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LE NAVI ANTICHE DI PISA AGLI ARSENALI MEDICEI

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Trenta relitti navali, oggetti di arredo, effetti personali e merce di carico.

Ed ancora, un’intera cassetta di legno, una sorta di cassapanca, ben sigillata contenente l’intero ‘bagaglio’ di un marinaio.

Questo è il tesoro ritrovato in modo del tutto fortuito nel 1998 nei pressi della stazione ferroviaria San Rossore di Pisa, in occasione dei lavori per la costruzione del nuovo snodo ferroviario.

Il rinvenimento fu straordinario non solo per la ricchezza e l’entità degli oggetti ma anche e soprattutto per il loro stato di assoluta integrità.

La cassetta e gli oggetti in essa contenuti furono infatti trovati nella stessa posizione in cui furono lasciati e sia le cerniere che la serratura erano perfettamente chiuse.

Questo grazie alle particolari condizioni ambientali, caratterizzate da totale mancanza d’ossigeno e la presenza di falde acquifere sotterranee.

Il sito del ritrovamento fu trasformato subito in un Cantiere i cui sono ancora in corso gli scavi, ed affiancato da un Centro di Restauro del ‘Legno bagnato’.

Qui, grazie alla vastità e all’integrità del materiale rinvenuto, è stato possibile effettuare valide ipotesi sia sulla datazione che sulle aree di provenienza degli oggetti comprese nell’area del Mediterraneo quali Gallia, Campania e Adriatico.

Per quanto riguarda la cronologia, il materiale ritrovato copre un ‘periodo’ molto ampio, di oltre dieci secoli, tra il VI secolo a.C. ed il VII secolo d.C.

lucerna_ navi antiche pis

Lucerna

Per questo, non è corretto chiamare ‘romane’ le navi rinvenute nel sito, dal momento che i reperti appartengono anche a periodi come quello ellenistico o alto-medievale.

Gli oggetti recuperati durante gli scavi sono soprattutto anfore vinarie o contenenti confetture di frutta, bottiglie, suppellettili varie, elementi di arredo sia domestici che militari, ma anche pettini ed altre oggetti di uso personale, attrezzi da pesca, utensili, cordame, frammenti di vestiti, calzature, amuleti.

Ad arricchire il ‘bottino’ anche accessori appartenenti alle cucine di bordo, quasi del tutto simili a quelle di terra, come pentole, vasellame, etc.

“Una delle imbarcazioni rinvenute, che per comodità definiamo “nave A”, è affondata sulla riva di un canale, disperdendo il suo carico e le sue suppellettili di bordo su varie decine di metri”.

Questo quanto ci raccontava Andrea Camilli, Direttore scientifico del Cantiere delle Navi di Pisa, nel 2012 durante la campagna di scavo.

“Parte della suppellettile di bordo, anzi, del bagaglio personale di un marinaio (o di un passeggero) è la cassetta lignea. Si tratta di una piccola cassapanca lignea, con una serratura metallica, e coperchio a ribalta, realizzata in legni diversi”.

Il punto in cui sono stati trovati i ‘tesori’ delle navi di Pisa, considerato inizialmente uno scalo portuale, fu poi identificato con il punto d’incrocio d un canale della centuriazione di Pisa con l’antico fiume Auser, l’attuale Serchio.

Questa zona, a causa delle frequenti alluvioni che vi si verificavano, fu lo scenario di diversi naufragi.

E proprio questo ci si ritrovò davanti al momento degli scavi: una serie di imbarcazioni che erano affondate ed avevano lasciato la propria ‘dote’ sul fondale. Le aree in cui sono stati effettuati gli scavi sono estremamente utili anche per ricostruire il paesaggio portuale antico della città di Pisa.

In base ai dati disponibili, il quadro topografico della città in età antica era sicuramente molto diverso da quello attuale.

Come spiegato dal Dott. Camilli, il mare, in antico era molto più arretrato rispetto ad ora, e arrivava a pochi chilometri da Pisa.

L’unico porto organizzato, almeno sulla base delle fonti, era il Portus Pisanus che era localizzato all’estremità meridionale del golfo, presso l’attuale Livorno.

I risultati di queste indagini e dei restauri iniziano ad essere racchiusi e collocati all’interno degli Arsenali Medicei di Pisa dove è in via di allestimento il Museo delle Navi Antiche di Pisa.

 

foto e info   https://www.navidipisa.it

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